lunedì 9 giugno 2014

This is the D-Day!

Oggi è una giornata di festeggiamenti per cinque Grandi dello spettacolo; non so se siete d'accordo con me, ma oggi, 9 giugno, i miei più cari auguri vanno a: Johnny Depp, Natalie Portman, Matthew Bellamy, Michael J. Fox e David Koepp. 

Chi sono costoro? Bè, vi sfido a non conoscerli. 

Johnny Depp, l'istrionico e camaleontico attore feticcio di Tim Burton ha collezionato una serie interminabili di personaggi e film cult: dal fanciullesco Edward, passando per il carismatico Jack Sparrow, fino all'inqiuetante Sweeney Todd, Johnny Depp è stato protagonista di cult assoluti e mie personali pietre miliari del cinema. 

La fascinosa Natalie Portman ha dimostrato fin da bambina un talento innato per la recitazione, e una spiccata sensibilità. Ha collezionato ruoli di tutto rispetto, barcamenandosi tra grandi produzioni (Star Wars), e film più "di nicchia", conquistando qualche anno fa l'Oscar alla Miglior Attrice Protagonista. Ha popolato le mie visoni cinematografiche da bambina grazie a Star Wars, V per Vendetta, Mr. Magorium...




Matthew Bellamy è il frontman dei Muse, band inglese che adoro per le sue melodie, che sono una sperimentazione continua e incessante, per i testi, da lui scritti, alcuni dei quali vera poesia in musica, veicolatori di forti messaggi. Matthew Bellamy ha una bellissima voce, un talento per il pianoforte, e assieme alla sua band ha scalato le classifiche di mezzo mondo, arrivando a comporre l'innno delle Olimpiadi di Londra 2012, "Survival". Oltre a essere un protagonista della musica degli ultimi anni, è  protagonista anche della cronaca rosa grazie alla relazione con l'attrice Kate Hudson.

Michael J. Fox è impresso nella memoria di tutti come Marty McFly della trilogia di Robert Zemeckis "Ritorno al Futuro". Non ha poi più svolto ruoli di grande rilievo al cinema, ma si è dedicato soprattutto alla tv, con diverse partecipazioni nelle più amate serie televisive. Lo scorso anno è diventato protagonista di una sit-com "The Michael J. Fox Show" che ha purtroppo subito la cancellazione.
E infine, David Koepp. E' sceneggiatore di film che, ancora una volta, mi ricordano di quando ero un po' più piccola. Jurassic Park, Spider-Man di Sam Raimi, Angeli e Demoni, La Guerra Dei Mondi. Forse non tutti film memorabili, ma che hanno una forte presa sull'immaginario collettivo ed è giusto riconoscere un merito e ricordare chi ha fatto in modo che prendessero vita su carta.

sabato 7 giugno 2014

"La Moglie del Soldato" di Neil Jordan

 Eccomi qui con una nuova recensione di un film datato 1992, "La moglie del soldato" di Neil Jordan.

"Sai, ci sono due tipi di persone: quelli che danno e quelli che prendono. [...] Due tipi, Fergus: lo scorpione e la rana. Ne hai mai sentito parlare? Lo scorpione vuole attraversare il fiume, ma non sa nuotare. Allora va dalla rana, che sa nuotare, e le chiede un passaggio. La rana dice: "Se ti carico sulle mie spalle, tu mi pungi di sicuro". E lo scorpione risponde: "Che interesse avrei a pungerti? Sono sulle tue spalle: affogheremmo tutt'e due". La rana pensa a questo ragionamento per un po', e poi accetta: si mette lo scorpione sulle spalle e si butta in acqua. Ma a metà strada sente all'improvviso un bruciore su un fianco e capisce che lo scorpione l'ha veramente punta. E mentre tutti e due affondano in mezzo alle onde, la rana si mette a gridare: "Ma perché mi hai punto, amico scorpione? Ora annegheremo tutti e due". E lo scorpione risponde: "Non posso farne a meno: è nella mia natura". 


Trama: Jody, un soldato di colore dell'esercito britannico, viene rapito da un gruppo dell'IRA con lo scopo di ottenere uno scambio con un leader irlandese, pena la morte ma il militare, subodorando il proprio destino, familiarizza con Fergus, uno dei carcerieri e come sue ultime volontà, gli propone di contattare Dil, la sua ragazza parrucchiera a Londra, una volta morto. 







Un miscuglio eterogeneo di generi: drammatico, thriller, un pizzico di commedia. "La moglie del soldato" ha un intreccio lineare, supportato da un'ottima sceneggiatura, e non presenta guizzi particolari per una buona metà della visione. Un lavoro senza dubbio impeccabile che, a un certo punto, viene sconvolto da un colpo di scena perfetto e imprevedibile, almeno per me. Questo colpo di scena rende sicuramente il film un briciolo più originale e fuori dagli schemi di come sarebbe stato in sua mancanza, e conferisce al film una "patina d'immortalità". La vicenda narrata, nonostante sia piuttosto inverosimile, è una storia di amicizia, amore, solidarietà molto intense. L'intero film è supportato da performance attoriali particolarmente riuscite e il plauso maggiore va sicuramente a Jaye Davidson, esordiente all'epoca, ha conquistato una meritata nomination agli Oscar. Visone piacevole e non troppo impegnata, ve la consiglio caldamente  
Voto: 7+

Qui la scena del film in cui Dil canta la canzone "The Crying Game", titolo originale del film: