domenica 27 aprile 2014

Books: "La Maschera Neutra" di Chiara De Fernex

Buonasera a tutti. Ho deciso di postare la recensione di un libro che ho amato particolarmente, e che prima di vedere la luce qui sul blog, è stata pubblicata sul giornalino d'Istituto del mio liceo.
Buona lettura!



“Osservando i pazienti, mi era chiaro che a rendere gli uomini uno diverso dall’altro non sono le regole di normalità che adottiamo, bensì il grado di follia. Che la follia non è alienazione ma apertura verso qualcosa di più grande, in direzione di un disordine insito nella nostra anima, incomprensibile all’ordine razionale con cui pensiamo di poterci conoscere.”



Una gemma preziosa che brilla in mezzo a un’accozzaglia di pseudo-romanzi e pseudo-scrittori degli ultimi anni, ecco come definire “La Maschera Neutra” di Chiara de Fernex, giovane autrice esordiente, dalla penna tagliente e aguzza. Perché a rendere questo romanzo un racconto (o meglio, una serie di racconti, con diversi narratori) affascinante e accattivante è in primo luogo la scrittura elegante, articolata e poetica, in un secondo momento l’ambientazione in una grigia e claustrofobica Milano, infine le storie dei personaggi e del protagonista del romanzo, Massimo, raccontate con grande maestria, in modo essenziale ma puntuale: il lettore diventa il personaggio che racconta e viene raccontato. 



Massimo incontra Beatrice. Beatrice è sfuggente, quasi eterea e bellissima, così bella che Massimo se ne innamora perdutamente fin dal primo istante. Beatrice, però, è anche una ragazza sola e tormentata dai fantasmi di un’infanzia che l’ha vista vittima di un carnefice molto più grande di lei. Massimo e Beatrice sono due spiriti affini, ma con un’apertura diversa verso l’esistenza e inconciliabile l’una con l’altra. “Quando incontri Beatrice, la prima cosa che senti è un’inclinazione totale, uno slancio naturale verso di lei.” Eppure, questo slancio termina poi con uno schianto violento al suolo, perché “Sei cosciente delle sue problematicità, di quel vuoto sordo e cavo che all’inizio ti ha sedotto, ma più che un vero ostacolo sembra un vezzo superabile. Invece non lo è per niente[…] Il fatto che sia lei a pregarti di essere salvata, o tu a credere erroneamente di poterlo fare, non la rende in nessun caso salvabile.”



L’incontro con la problematica Beatrice, così contraddittoria nel suo essere vitale per gli altri e mortale per se stessa, farà scoprire a Massimo cosa desidera dal suo futuro e Massimo capisce: vuole diventare psichiatra. Ed è così che alla voce di Massimo, si mischiano quelle dei suoi pazienti, che si confidano con lui, in cerca di sollievo dai tormenti della loro vita. Massimo ascolterà pazientemente i loro racconti, cercando di capire la complessità dei loro pensieri ed emozioni, come non è riuscito ad ascoltare e capire mai Beatrice.



Non è un romanzo d’evasione nel senso proprio del termine, ma è pur sempre un viaggio alla scoperta della difficoltà del rapporto con l’altro, della follia. E chi è folle, non è semplicemente matto, ma vive un disagio tutto suo, che non deve essere sottovalutato o disprezzato perché non ci appartiene. I temi affrontati sono scottanti e di grande attualità. A farla da padrone, è senza dubbio la scrittura della giovane autrice, che rende la storia ancora più degna di essere letta. 

Voto:9

mercoledì 23 aprile 2014

...e in questo momento, te lo giuro, Noi Siamo Infinito!

Dopo alcuni mesi di silenzio, ho deciso di tornare in grande stile, con la recensione di un film che ho amato alla follia: "Noi siamo infinito" di Stephen Chobsky. 

"Accettiamo l'amore che pensiamo di meritare." 

Trama: È il 1991 e Charlie (Logan Lerman) è un ragazzo molto intelligente, ma allo stesso tempo timido e insicuro, che osserva il mondo intorno a sé tenendosi in disparte. Un giorno due carismatici ragazzi dell'ultimo anno, la bella Sam (Emma Watson) e il suo impavido fratellastro Patrick (Ezra Miller), lo prendono sotto la loro ala protettrice accompagnandolo verso nuove amicizie, il primo amore, il primo bacio, le prime feste, le rappresentazioni del Rocky Horror Picture Show e la ricerca della colonna sonora perfetta della loro vita. Allo stesso tempo, il suo professore di inglese, il sig. Anderson (Paul Rudd) lo introduce al mondo della letteratura, facendo nascere in lui il sogno di diventare scrittore.


Meraviglioso affresco degli anni '80-'90, "Noi Siamo Infinito" è un concentrato di pura poesia, e tanta buona musica. Uno spaccato di vent'anni nel passato, un passato che io non ho vissuto, ma che emerge forte, potente dalla visione del film. Stephen Chobsky, regista e scrittore del romanzo, racconta in maniera genuina e accattivante la storia degli adolescenti di allora, non così dissimili dagli adolescenti del ventunesimo secolo. Le ansie, le paure, i desideri rimangono gli stessi; le vicissitudini dei protagonisti riguardano indifferentemente anche e forse ancor più i nostri giorni, perché le epoche si susseguono, le mode compiono il loro ciclo, ma la "materia grezza", le fondamenta rimangono invariate. 
La storia non è scontata, i personaggi sono pienamente caratterizzati, la sceneggiatura mostra un certo spessore e una notevole intensità. Gli attori hanno dimostrato grande maturità, senza dubbio supportati in maniera impeccabile da una buona sceneggiatura e da un regista che, essendo anche autore del romanzo, ha saputo far esaudire le sue richieste e ottenere le giuste emozioni. Emma Watson riuscirà a scrolarsi di dosso gli scomodi panni della maghetta più amata di sempre? A mio parere sì, se nel suo percorso artistico riuscirà a trovare ruoli adatti e compiere le scelze più azzeccate. Logan Lerman riesce benissimo a trasmettere le inquietudini di Charlie, così come Ezra Miller è fantastico nel ruolo di Patrick.
Bellissimo film, molto intenso e vero, mi ha lasciato un ottimo ricordo di sé. Voto: 8+