domenica 13 ottobre 2013

Profumo di Cinema: "Arsenico e Vecchi Merletti" di Frank Capra

Buon Pomeriggio! Prima di partire con la nuova recensione, vorrei informare i lettori che nei mesi invernali non sono molto attiva sul blog (come si può constatare), perciò il blog non verrà aggiornato con cadenza regolare. 
Detto questo, oggi è il giorno di una nuova puntata della Rubrica a cadenza casuale "Profumo di Cinema"! La prima puntata QUI.
Ogni volta chiederò ai miei lettori di collaborare alla Rubrica consigliandomi un film a loro parere indimenticabile, io prometto di guardarlo (nel caso non lo avessi mai visto) e poi di recensirlo (solo se il film mi è piaciuto davvero e risulta essere anche per me una pietra miliare del Cinema!!)! La scorsa volta mi era stato chiesto di recensire "Arsenico e Vecchi Merletti"e "Pomodori Verdi Fortti alla Fermata del Treno", perché considerati dei veri e propri Classici. 
Tra i due, ho scelto, più per datazione, che per gusto personale, in quanto i film mi sono piaciuti entrambi, "Arsenico e Vecchi Merletti" di Frank Capra.

"Dunque, caro, per due fiaschi di vino di sambuco ci vuole un cucchiaino di arsenico. Ci si aggiunge mezzo cucchiaino di stricnina e poi appena un pizzico di cianuro."


Titolo Originale: "Arsenic and Old Lace"
Durata: 118 min.
Anno: 1944 (1941)
Genere: Commedia
Regia: Frank Capra
Interpreti: Cary Grant (Mortimer Brewster), Josephine Hull (Abby Brewster), Jane Adair (Martha Brewster), Raymond Massay (Jonathan Brewster), Peter Lorre (Dr. Einstein), Priscilla lane (Elaine Harper), John Alexander (Teddy Roosvelt Brewster). 



Cary Grant, interpreta Mortimer, ex scapolo incallito e scrittore, che sposa Elaine, e, a pochi giorni dalle nozze, decide di far visita alle due anziane zie che lo hanno cresciuto come un figlio. Mortimer non sa, però, che le sue carissime ziette hanno da non molto deciso di dedicarsi a opere di... "beneficenza". Infatti le due signorine Brewster uccidono  una serie di anziani signori, che si recano in visita da loro per avere una stanza in affitto, con un mix esplosivo di arsenico e cianuro, convinte, però, di fare del bene concedendo una morte rapida e indolore agli anziani, e seppellendo poi i loro corpi nella cantina di casa. Almeno finchè Mortimer non viene a scoprire degli omicidi, e si troverà invischiato in una serie di situazioni paradossali e surreali. 
Tra vecchiete innocentemente spietate, un Cary Grant più comico che mai e risate che si susseguono senza tregua, il film risulta particolarmente riuscito e intrattiene lo spettatore fino alla "chiusura del sipario", per citare le origini teatrali della messinscena. Certo è che dopo una prima parte ricchissima di eventi, la seconda parte può risultare eccessivamente lunga e statica, senza particolari avvenimenti, ma gli intramezzi del film, come il fratello che si crede il presidente Roosvelt e il tassista che aspetta invano fori casa la coppia di novelli sposi, movimentano un poco anche i momenti più poveri d'azione. Evidentissimo lo stampo teatrale della commedia, ambientata interamente nel salotto di casa Brewster e folgorante la sua modernità. Non sembra certo stata scritta, diretta e interpretata nel 1941 (poi distribuita nel 1944), anzi, se non fosse in bianco e nero, potrebbe benissimo risultare una produzione recente, certamente superiore aquelle attuali a livello di originalità e trama. Buone risate! 

Alla prossima!

giovedì 3 ottobre 2013

"Rush": più sei vicino alla morte, più ti senti vivo!

Buon pomeriggio a tutti! L'assenza è stata più lunga del previsto, ma finalmete sono tornata e posso aggiornare il blog con qualche nuovo post! 
Inizialmente, la mia idea era quella di scrivere la recensione di uno dei film che vi ho consigliato di vedere durante la mia assenza. Invece, sono stata al cinema nel fine settimana scorso, su invito di una mia cara amica e ho visto "RUSH" di Ron Howard. 
  
"La gente ci ha sempre visto come due rivali, ma lui mi piaceva, era una delle poche persone che apprezzavo e una delle pochissime che rispettavo e ancora oggi rimane l'unico che abbia mai invidiato!"

Trama: Il racconto di una delle più celebri rivalità sportive della storia, quella tra i piloti di Formula 1 James Hunt e Niki Lauda. Nato da un ambiente privelgiato, carismatico e affascinante, Hunt non poteva essere più diverso dal metodico e riservato Lauda: la loro rivalità nacque fin dai tempi della Formual 3 e continuò per anni, fermata nemmeno dal terribile incidente che vide protagonista Lauda nel 1976 al Nürburgring.


"Rush" racconta la storica rivalità tra i due campioni di Formula 1, Niki Lauda e James Hunt, durante i mondiali del 1976. Per gli appassionati di Formula 1, non conoscere tutto ciò che accadde in questa incredibile annata sarebbe un sacrilegio. Io, non facendo parte della categoria sopra citata, non conoscevo né il fatto né il peso storico che ha tutt'ora nel mondo della Formula 1, e dello sport in generale.
Da completa "ignorante" in materia, mi accingo alla visione. E subito rimango piacevolmente conquistata dall'intensità degli attori, dall'abilità del regista, dalla meravigliosa sceneggiatura. Dalle ricostruzioni perfette, con qualche libertà che ogni grande regista impegnato in un grande progetto può concedersi. E qui, Hollywood ha assolto tutti i suoi impegni, ha confezionato un prodotto eccellente pronto a essere immesso sul mercato. Non c'è più nulla che deve fare, e in tanti, tantissimi casi, non lo fa. Il regista, però, è Ron Howard e con lui si può stare certi che una cosa non mancherà: sentimento (e qualche lacrimuccia). Perchè è questa la differenza fondamentale tra un prodotto ineccepibile, ma vuoto, anonimo, specchietto per le allodole e un film vero (non solo perchè "tratto da"), intenso, pieno di vitalità, energia e voglia di vincere, sempre. Qui c'è sentimento, in ogni singola inquadratura, battuta o sguardo degli attori (bravissimi!). C'è sentimento dentro e fuori dalla pista, anche se il confine è inesistente, perchè nella vita siamo sempre in pista, pronti a correre e a vincere o a perdere. Nel film emergono tre aspetti umani fondamentali: la vita, l'energia, il desiderio. 

 "Più esaltante della paura della morte, è la voglia di vincere"

L'intero film ruota attorno alla vita. I protagonisti sono sempre tra due fuochi, tra la vita e la morte. Hunt cerca disperatamente di vivere, e possiamo dire che si sente davvero vivo solo quando si trova sulla pista di Formula 1 (nemmeno la moglie riesce a colmare il vuoto che si porta dentro). Poi c'è Lauda, invece, che a una vita già predefinita e noiosetta, preferisce il rischo. Ed è sempre Lauda che ci regala i momenti più ricchi di vita dal film: la lotta in ospedale e la rinuncia al titolo mondiale per amore della moglie e la paura di lasciarla: la paura di morire. 
L'energia, in secondo luogo, che questi due campioni mettono nella loro passione e nel loro affannarsi dietro al titolo mondiale. L'energia che trapela ogni momento dalla pellicola, l'adrenalina, potremmo anche dire, che caratterizza lo scontro sulle piste di Formula 1. Accanimento, anche. O coraggio. A voi la scelta. 
E infine, il desiderio smodato di vincere. Che in Hunt è elevato all'ennesima potenza, fino ad obnubilargli la ragione (correre a Nurburgring era una pazzia, e lui lo sapeva). Con un piglio più razionale, invece, Lauda deciderà di non proseguire nell'ultima gara, preferendo non rischiare ancora dopo il terribile incidente in Germania e perdere per sempre la moglie e la vita.
Non so se a voi questi miei discorsi siano sembrati solo un gran panegirico o meno, fatto sta che il film è bello, davvero, ed emozionante. La vicenda invita a riflettere, come ho fatto io, e può lasciare indifferenti solo gli oggetti inanimati. Sono molto felice, non solo di conoscere questa commovente storia, ma anche di aver visto un film caratterizzato da precisione stilistica e resa dei sentimenti perfetta. Voto (meritatissimo): 9