mercoledì 6 giugno 2012

"Cose che Nessuno sa" di Alessandro D'Avenia

Buon pomeriggio! Eccomi qui, a quasi un mese dall'ultimo post! Come avete potuto ben vedere non sono molto attiva sul blog nei mesi invernali. Le cause? Poca voglia, stanchezza e tanto studio! 
Oggi vorrei parlarvi di un romanzo, "Cose che Nessuno Sa", di Alessandro D'Avenia. Ho comprato questo romanzo 5 mesi fa, eppure sono riuscita a terminarlo solamente ora. Da una parte sto affrontando un periodo particolare in cui non mi sento molto attirata dai libri e me ne rammarico molto, non avrei mai potuto pensare che sarebbe accaduta una fase di "stasi"letteraria; dall'altra ho fatto una notevole fatica a "digerire" il romanzo in questione. 
Sono combattuta da sentimenti contrastanti che non ho mai provato fin'ora verso un libro. Un romanzo non può colpirti fin dalle prime pagine, mi sembra chiaro, se non con qualche eccezione che ho sperimentato sulla mia stessa pelle leggendo "Jane Eyre" e "Il Buio Oltre la Siepe". Può benissimo succedere che le prime pagine di un romanzo ti lascino un pò perplesso, che il "patto narrativo" non funzioni immediatamente, ma che questo senso di mancanza interessi a tratti un intero romanzo no. Invece è ciò che mi è successo leggendo "Cose che Nessuno Sa". Alcune volte il libro funziona, ti trascina, riesci a pensare: "Ecco qui l'autore di quel piccolo capolavoro che è "Bianca come il Latte, Rossa come il Sangue", altre, troppe volte, l'intero libro sembra un'accozzaglia di pensieri, frasi , a volte, mi spiace dirlo, contraddizioni. Il personaggio più contraddittorio del romanzo è sicuramente il professore del Liceo di Margherita, la protagonista del romanzo, anche se i punti di vista cambiano spesso e volentieri all'interno della storia. Faccio un breve salto per spiegare meglio di cosa sto parlando. Margherita ha perso il padre. Lui se ne è andato via di casa, lasciando soli una moglie, una figlia e un figlio piccolo. Margherita ha bisogno di ritrovare se stessa, perchè il padre, andandosene via da casa, ha portato con sè anche una parte di lei. La nostra protagonista, a cui è impossibile non affezionarsi e che suscita per l'intera durata del racconto un'immensa voglia di abbracciarla come fosse  ( e dopotutto lo è) un cucciolo abbandonato, deve rinascere a nuova vita, deve riuscire a destreggiarsi nel cammino impervio dell'adolescenza, fatto di scelte difficili, ma fondamentali per la propria crescita interiore. Margherita trova un rifugio sicuro nelle parole di Omero, nella sua Odissea. Si identifica a tal punto nel giovane Telemaco, figlio di Ulisse, da decidere, come lui, di cercare il padre per poterlo ricondurre a casa. Promotore di tutte le sue fantasie più sfrenate, è il giovane supplente di Italiano e Latino, un uomo che non vive leggendo libri, ma "respirandoli," "assaporandoli", rendendoli la sua "guida", la sua "voce" nell'aprirsi al mondo. Il Professore è un uomo che rifiuta la vita, la vita vera e piena, non ascolta la sua chiamata, ma preferisce affidarsi ai libri, perchè hanno una soluzione a ogni problema, sanno sempre quale consiglio dispensare. 
Insomma, il Professore ha paura di vivere e si contraddice nel suo essere "grande letterato". Infatti, lui, che ama i libri più della sua fidanzata, Stella, alle richieste di Margherita di accompagnarla nel suo viaggio alla ricerca del padre risponde che i libri sono opere di fantasia, non bisogna affidarsi a ciò che dicono i libri, che quando lui spiegava in classe l'Odissea non credeva realmente a ciò che diceva... Si contraddice così, spudoratamente, davanti alla sua alunna! Lui, che per l'intero romanzo non fa altro che citare libri, mettendoli sempre al di sopra di ogni rapporto umano, anzi incapace di relazionarsi davvero con una donna o un uomo, appogia la maschera, e si dimostra per ciò che è realmente... una persona bugiarda con se stessa e con chi gli sta attorno! Ecco perché non ho provato alcuna empatia verso il Professore. Non posso credere che l'autore abbia creato un tale personaggio, contradditorio e privo di quel poco di umanità che serve a vivere, almeno a respirare. Non ho trovato il Professore "umano", no, per niente, ho pensato a lui nel corso della storia come a un uomo profondamente irritante, uno a cui vorresti dare due ceffoni e dire: "Svegliati, vivi la vita, ama e sii amato e non distruggere i sogni di un'adolescente, tu, che vuoi essere colui che farà innamorare  i tuoi giovani alunni della vita e della sete di conoscenza e sapere."
 Un altro personaggio particolare è Giulio. Ragazzo all'apparenza bello e dannato, in realtà porta con sè un grande dolore. Non dico di approvare tutto ciò che fa nel romanzo, soprattutto alla fine. Però, quello che viene detto nel romanzo è vero. Giulio è un ragazzo che ha sofferto molto, ma lui vive, vive davvero, non si arrende, scalpita e combatte e questo lato del suo carattere mi è piaciuto molto. 
Anche Marta è adorabile. E' l'amica che chiunque desidererebbe, vive secondo le sue regole e non dà peso a ciò che gli altri pensano di lei. La sua freschezza e il suo carattere gioioso sono una boccata d'aria fresca.
Un ultima critica che vorrei muovere riguarda il romanzo nel suo insieme (che cattiva sono...). L'idea è stupenda, l'adolescenza è un periodo della vita bellissimo, ma duro e io penso che lo scrittore, essendo anche insegnante, sappia benissimo tutto ciò. Peccato che nel libro i molti aspetti positivi e il messaggio di fondo del romanzo vengano inghiottiti all'interno di uno stile un pò debole. Ovvero, i pensieri dell'autore sono bellissimi e il materiale su cui lavorare c'è, però trattato in modo confusionario, cosa che gioca molto a sfavore della storia. 
Penso che il romanzo "Cose che Nessuna Sa" sia un inno alla vita, a viverla, ad afferrarla per capire 'quale storia siamo venuti a raccontare su questa terra', citando lo scrittore,Alessandro D'Avenia. Urgenza di vivere, ecco quello di cui hanno bisogno i personaggi, soprattutto il professore; avrebbe davvero un gran bisogno di vivere e bruciare (non tutti, non sia mai) i libri della sua biblioteca. Perchè i libri sono bellissimi, non c'è che dire, ma non devono sostituire la vita reale. Voto: 7+